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Ma davvero gli Internazionali d’Italia potrebbero lasciare Roma?
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Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Angelo Binaghi, plenipotenziario del tennis italiano, non è nuovo a sfoghi di questo tipo. E l’effetto che la situazione sanitaria ha avuto sul bilancio degli Internazionali d’Italia – sopratutto dal punto di vista economico – deve aver scatenato ancora di più i già solitamente inquieti umori del presidente della Fit.

Potremmo andare via da Roma“, ha minacciato in conferenza stampa il presidente della Fit, che ha parlato del Foro Italico come di “un’area inadatta” e puntato il dito, neanche troppo velatamente, contro le istituzioni regionali che, a suo modo di dire, non hanno mai offerto il supporto necessario. Di qui la possibilità che gli Internazionali d’Italia lasciano Roma.

Se fossi sicuro che il torneo non perderebbe appeal l’avrei già fatto. Siamo affezionati al Foro, è un posto meraviglioso, così come lo è Roma. Ma non possiamo nascondere i problemi che la romanità porta al nostro torneo”. Parole che sono arrivate forti e chiare nelle stanze dei palazzi che governano lo sport. Vito Cozzoli, presidente e a.d. di Sport e Salute si è affrettato a rassicurare Binaghi: “Vogliamo valorizzare il Foro, comune e regione stanno con noi”.

Il capo della Federtennis, che ovviamente sta giocando la sua partita cercando di stressare le istituzioni, ha parlato di 3-4 amministrazioni regionali pronte ad investimenti importanti e citato la Regione Piemonte come esempio di buona collaborazione che ha portato all’assegnazione della Atp Finals dal 2021.

Ma è davvero possibile che gli Internazionali d’Italia lascino il Foro Italico e Roma? E se sì, per andare dove? Diciamolo subito, è molto difficile.

In primo luogo perché, come ammesso dallo stesso Binaghi, trovare un posto altrettanto affascinante, in grado di attrarre giocatori da tutto il mondo e pubblico da tutta Italia, è praticamente impossibile. Certo, i problemi non mancano e sono acuiti dal fatto che la città sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia moderna, con l’incancrenimento generale di piaghe che sembrano ormai strutturali. Ma parliamo pur sempre di uno scenario e un contesto unico nel panorama mondiale.

Un altro tema riguarderebbe poi l’eventuale nuova sede. Binaghi parla di Torino come della possibile Flushing Meadows italiana, ma difficilmente si può immaginare che il capoluogo piemontese possa ospitare un Masters 1000, almeno per il momento. Discorso diverso se il tutto dovesse essere rinviato alla fine del 2025, quando andrà in scena l’ultima edizione della Finals. Se i cinque anni di questo prestigioso torneo di fine stagione daranno lustro e accrediteranno Torino come una delle capitali del tennis, allora le cose potrebbero cambiare.

Se parliamo di grandi piazze, l’unica altra città che potrebbe ambire ad ospitare gli Internazionali, per status e appeal, è Milano, dove però andrebbero fatti investimenti ingenti. Infine c’è la strada della cittadella dedicata esclusivamente al tennis, magari in un luogo ad alto profilo turistico e/o culturale. Ma qui, al momento, entriamo nel campo della fantascienza.

A conti fatti, ci sentiamo di dire che, per il momento, non c’è realmente motivo di credere che il Masters 1000 italiano possa spostarsi da Roma. Ma da qui a qualche anno, se le cose non dovessero cambiare nella Capitale, tutto può succedere.



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