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Guerra in Ucraina, anche Dolgopolov sceglie la via dell’impegno diretto
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La guerra in Ucraina continua senza sosta e non lascia indifferenti alcuni degli ex protagonisti del circuito Atp. Dopo Sergiy Stakhovskyi, si arruola volontariamente anche l’ex numero 13 del mondo, Alexandar Dolgopolov.

La guerra di Dolgo

La guerra in Ucraina ha spezzato il cuore di tutti. Sono arrivati moltissimi messaggi di sostegno da parte di gran parte del mondo del tennis. In prima linea le ragazze ucraine del circuito Wta, Marta Kostyuk, Elina Svitolina e Dayana Yastremska, che tramite i propri profili Instagram stanno documentando e sensibilizzando i propri follower sulla guerra.

Tra gli uomini, invece, dopo Sergiy Stakhovskyi, è arrivato il momento di scendere in campo (non quello da tennis, purtroppo) per Alexander Dolgopolov. L’ex numero 13 del mondo ha raccontato cosa ha fatto negli ultimi giorni e cosa farà finché la guerra non sarà finita in un commovente post sul proprio profilo Instagram.

In pochi giorni dall’inizio della guerra, io e i miei amati concittadini ucraini abbiamo completamente distrutto ogni altra notizia nel mondo e nessuno nei paesi liberi ha il minimo dubbio su quale sia la verità e chi sia il vero aggressore. Da quel momento, ho iniziato ad allenarmi a sparare e sono stato molto fortunato che un ex soldato mi abbia aiutato nell’allenamento per 5-7 giorni.

Sono stati molto felici di aiutarmi, una volta sentito il mio obiettivo. Non sono diventato Rambo con una settimana, ma mi sento abbastanza a mio agio con le armi e riesco a colpire un bersaglio dai 25 metri tre volte su cinque. In un ambiente calmo e di allenamento.

Mentre mi allenavo, ho organizzato il mio ritorno. Così, una volta che ho trovato alcuni ragazzi che pianificavano di tornare in Ucraina dagli Stati Uniti e che ci siamo preparati, abbiamo iniziato il nostro viaggio. Abbiamo preso giubbotti antiproiettili per noi e per il nostro esercito, siamo volati verso Zagabria, abbiamo comprato altri oggetti utili e guidato per l’Europa, passando per la Polonia. Poi siamo arrivati qui a Kiev.

Questa è la mia casa e la difenderò! Con tutte le persone che sono rimaste! Un grande ringraziamento per tutte le persone che sono sul campo. Ho grande rispetto e sono orgoglioso per quanto il mio paese abbia dimostrato di essere unito nonostante la pressione di un dittatore folle. La verità è con noi e questa è la nostra terra! Rimarrò a Kiev fino alla nostra vittoria e anche dopo. Slava Ukraine!!”.

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