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Diario dal Roland Garros, il racconto della terza giornata
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PARIGI – La terza giornata del Roland Garros inizia fortunatamente sotto un sole non previsto dalle previsioni del meteo. Anche se diverse nuvole, alcune anche abbastanza estese, si affacciano sul cielo di Parigi (diventeranno minacciose solo in tarda mattinata). Nel viale principale che collega il Philippe-Catrier al Suzanne Lenglen, già dalle 10,30 si vede scorrere un fiume di appassionati, tutti in attesa e in fermento per i tanti incontri che vivacizzeranno la giornata. I match che termineranno il primo turno sono un’infinità, ben 52. Per cui è abbastanza complicato scegliere gli incontri da seguire (fossero sempre queste le complicazioni).

Iniziamo il nostro giro nel gruppetto dei 5 campi che si trovano alle spalle del Susanne-Lenglen.  E assistiamo alla prima parte del match tra Shapovalov e Rune, che si gioca in un campo con una capienza evidentemente troppo piccola per la portata dell’incontro.

Un campo con tribune ridotte, peraltro posizionate soltanto su due lati del perimetro. Immaginate la ressa che si è venuta a creare, con una lunghissima fila in attesa di poter entrare. Il giovane fenomeno danese incanta con il suo gioco e si conferma un grande talento. Un campioncino che seguiamo con interesse da tempo, e che abbiamo avuto anche il piacere di intervistare (leggi qui).

Rune vince il primo set con determinazione. A dire il vero è il canadese a commettere qualche errore di troppo, ben 16, contro i 6 del norvegese, che salva anche un break point nel quinto game, sul 2-2. È stato quello probabilmente il momento chiave del primo set. Un game durato sette punti, il più lungo del primo set, a dimostrazione che il servizio non ha permesso molto gioco, da ambo le parti (alla fine vincerà Ruune in soli tre set, leggi qui).

A pochi metri c’è il campo 14, dove la nostra Lucia Bronzetti sta affrontando la numero 13 della classifica Wta, Jelena Ostapenko. Entriamo. La lituana campionessa al Roland Garros nel 2017, solida al servizio e molto aggressiva in risposta, vince senza problemi il primo set per 6-1. Lucia arriva da un buon momento, viene dalla semifinale di Marrakesh. Ma Ostapenko è un treno inarrestabile che riesce incredibilmente a piazzare i colpi sempre nel posto giusto, spiazzando spesso in controtempo la romagnola. Il secondo set è leggermente più combattuto, ma finisce comunque a favore della lettone, questa volta 6-3. I numeri perlano chiaro: 38 vincenti a 8 per la lettone.

Finalmente approdiamo dentro il Suzanne-Lenglen per osservare da vicino il numero 2 al mondo


Daniil Medvedev, che più volte ha dichiarato di adorare giocare allo Slam parigino, affronta l’argentino Facundo Bagnis. Il russo sembra calmo e sicuro dei auoi mezzi. Quando entriamo ha già vinto facilmente il primo set per 6-2. E vince il secondo, sempre 6-2, questa volta in meno di 30 minuti. Solido dalla linea di fondo, forte nelle difficoltà (3 break point salvati su 3).

Nel terzo set, durante il quarto game, Bagnis toglie il servizio al russo e scalda il pubblico del Lenglen, aumentato di molto rispetto alla prima parte del match e speranzoso (adesso) di vedere ancora un set. Ma il numero 103° al mondo continua a commettere errori (29 gratuiti rispetto ai 19 del russo) e non riesce ad impensierire un Medvedev molto più solido nel complesso, sia al servizio (12 ace a 0), sia nel gioco (35 punti vincenti a 14). Finisce con un triplo 6-2 in un’ora e 40 minuti di gioco.

Nel frattempo arriva la pioggia, anche se solo per qualche minuto. Giusto il tempo di mangiare un panino in sala stampa. (Leggi anche come l’organizzazione del torneo monitora il meteo e gestisce le copertura dei campi). Da segnalare anche (dopo un brevissimo passaggio sui campi) la vittoria di Korda su Milman e del francese Gasquet su Harris, entrambi per 3 set a 0. Con il pubblico delirante per la vittoria di Gasquet.

Ma a proposito di tennisti francesi, dopo la nostra breve pausa, ripartiamo subito per seguire Ruud-Tsonga, nel centrale Philippe Chartier. Si tratta di una partita molto suggestiva visto che il 37enne francese, a inizio aprile, ha annunciato il suo ritiro dopo questa edizione del Roland Garros. E non poteva andargli molto peggio in questo primo turno, considerando lo stato di forma del norvegese numero 8 nel ranking Atp (a nostro giudizio possibile finalista). Per cui potrebbe essere l’ultimo incontro. E così sarà alla fine del match.

Il pubblico è chiaramente tutto dalla sua parte e prova a incitarlo su ogni punto. È una sfida inedita, è infatti la prima volta (e anche l’ultima visto il ritiro del francese) che i due si affrontano. Ruud fa correre molto il suo avversario, che però è ancora molto agile e si muove decisamente bene da un lato all’altro del campo.

È un match divertente, con entrambi i giocatori che variano molto il gioco e che spesso si affacciano a rete. Si vedono volee morbide e precise da ambo le parti. Spettacolare il punto del sesto game, sul 30-15, servizio Tsonga, quando il francese sotto rete controlla due volee di seguito in maniera magistrale. Sulla tribuna est, il lato del campo dedicato a H. Cochet (ogni lato del Centrale è dedicato a uno dei quattro moschettieri francesi), si è riunito un manipolo di fan, una quindicina, tutti vestiti di bianco, con tanto di tamburo per lanciare cori. E dopo quello splendido punto lanciano addirittura il coro “po po-ro-po-po-pooo”, che noi italiani ben conosciamo tra mondiali ed europei di calcio.

Si va avanti punto su punto, fino ad arrivare al tie break. Trasportato dal pubblico, Tsonga gioca meglio i momenti complicati e dopo tre set point porta a casa il primo set, nel delirio dei tanti francesi presenti. Secondo set altrettanto serrato.

Il pubblico è rumorossisimo e appassionato. A volte Tsonga sembra in difficoltà nello scambio e sul 3-3 riesce in maniera esaltante a rimontare, per poi tenere ìil servizio.

 

Approfittiamo della fine del secondo set per andare sui campi 13 e 14, gli ultimi campi all’estremità ovest del Roland Garros, dove abbiamo iniziato la mattinata con Bronzetti e Rune. Arriviamo per gli ultimi colpi vincenti del nostro Lorenzo Sonego, che batte facilmente in tre set il tedesco numero 94 al mondo, Peter Gojowczyk. Giusto il tempo di complimentarci con lui mentre mette a posto le sue cose nel suo angolo di gioco. È sorridente e viene accerchiato dai molti italiani presenti, che gli chiedono selfie e un autografo.

 

 

 

Prima di vedere Rublev esibirsi al campo 14, però, una curiosità: prendiamo un caffè in uno stand Lavazza e scopriamo che il logo del Roland Garros viene messo addirittura sui cappuccini (del cacao viene fatto passare attraverso uno stampino con la forma del logo, vedi foto).

Breve passaggio sul campo dove gioca Rublev contro Soonwoo Kwon, lo stesso in cui ha giocato Lucia Bronzetti alle 11. Nonostante un fisico da ramoscello (1,88 m per 75 kg), Rublev fa partire dei missili di dritto come se fosse Del Potro, con il semplice dettaglio di pesare 20 kg in meno sulla bilancia. Il suo stesso allenatore, Fernando Vicente, lo ha definito un pitbull stressato in campo, “un pazzo”, sottolineando come fuori dal campo sia molto simpatico.

Assistiamo all’inizio di un divertente secondo set, dopo la partenza sbagliata del primo parziale, che ha visto perdere il numero 7 del mondo al tie break (finirà 6-7(5), 6-3, 6-2, 6-4 a favore di Rublev).

Torniamo sul centrale per il capitolo finale di Tsonga, che nel frattempo cede 6-3 il terzo set. Tutti in estasi dunque per il saluto di questo grande campione, che alla fine del quarto set, sul tie break, si è dovuto praticamente fermare per un problema fisico alla spalla. A nulla è servito un medical time out per rimetterlo in sesto. Perderà il tie break decisivo 7-0, soffrendo in maniera evidente e piangendo prima di servire per l’ultima volta nella sua carriera. (LEGGI IL RACCONTO QUI)

E per un francese che lascia, c’è un francese che arriva, uno giovane, più piccolo fisicamente, ma con molto talento. Si tratta di Hugo Gaston che, negli stessi momenti in cui Tsonga saluta il centrale, prova a raggiungere il secondo turno del torneo contro un altrettanto talentuoso Alex De Minaur. Li raggiungiamo al Suzanne Lenglen. Siamo verso la fine del terzo set e il francese si appresta a vincerlo facilmente per 6-3. Il primo parziale è stato vinto dall’australiano, il secondo dal francese. Entrambi i giocatori non sono molto alti e per questo si muovono con una certa agilità. Giocano molto rapidi e si prendono letteralmente a pallate.

Torniamo sul ground dell’impianto. Ed eccoci dunque sul campo numero 6 per assistere alla prima volta del nostro Giulio Zeppieri, che dopo aver passato le quali si ritrova ad affrontare il temibilissimo Hubert Hurkacz, forza numero 13 del ranking. Il polacco amico di Jannik Sinner nonostante non ami la terra, è in grado di adattarsi a qualsiasi superficie e non lascia molto scampo al giovane di Latina.

LEGGI ANCHE (Troppo Hurkacz per Zeppieri. L’azzurro è stato comunque all’altezza del match)

Come sottofondo del match, durante l’incontro, ci sono le urla e i cori per Gaston che provengono dal Suzanne Lenglen, non molto distante dal campo in cui siamo. Ma i cori non sono motivo di disturbo, i giocatori nella prima settimana sono abiutati ad ascoltarli. Anche se per Zeppieri è la prima volta.

Ci spostiamo finalmente dal nostro numero uno, sul campo numero 7, ai piedi del Philippe Catrier (spesso il pubblico si ferma a vedere le partite del 7 proprio davanti gli ingressi alti del centrale). Jannik Sinner se la vede con lo statunetense Fratangelo e la differenza di classe si vede tutta sotto ogni aspetto, a partire dai movimenti e dall’atteggiamento. È semplice, Sinner è di un altro livello (batterà lo statunitense 6-3 6-2 6-2)

Ma anche in questo caso i cori per Gaston distolgono l’attenzione, al punto che decidiamo di andare a vedere dal vivo quello che sta accadendo al secondo campo principale. Per arrivarci attraversiamo un tratto del viale principale che si è riempito di pubblico sotto al maxischermo  che trasmette le gesta del giovane campioncino francese (vedi foto).

Al termine di un lunghissimo match, tra due giocatori che hanno avuto i loro colpi vincenti e i loro momenti di smarrimento, Gaston ha la meglio su De Minaur. Il numero 20 al mondo non ha saputo resistere all’assalto finale del francese, supportato da un Lenglen super caloroso. Il pubblico francese ora ha un motivo valido per provare a dimenticare l’addio di Tsonga.

La nostra giornata si chiude con il suggestivo incontro tra il nostro Lorenzo Musetti contro il numero 4 al mondo Stefanos Tsitispas. Un match a due facce, con la miglior versione del carrarino da un anno a questa parte a dominare i primi due set e un fenomenale rientro del greco nelle successive tre frazioni. Vittoria in cinque set per Tsitsipas, che assomiglia molto a quella dello scorso anno di Djokovic agli ottavi sempre contro Lorenzo.

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