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Verso lo US Open, parla Marion Bartoli: “Kyrgios può battere chiunque, tranne…”
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La campionessa di Wimbledon 2013, Marion Bartoli, in una recente intervista ad un’emittente televisiva francese, ha espresso il proprio giudizio su Nick Kyrgios. L’ex numero 7 del mondo ha parlato del gioco dell’australiano e delle possibilità di successo allo US Open.

Il giudizio di Marion

Kyrgios non ha condotto una buona campagna al masters1000 di Cincinnati. È arrivata una sconfitta al secondo turno contro l’ottimo Taylor Fritz, complici anche degli evidenti (a posteriori) problemi fisici. L’australiano arriva così all’ultimo slam della stagione con qualche interrogativo che nelle scorse settimane sembrava clamorosamente sparito.

Intervenuta a Les Grandes Gueules du Sport, la Bartoli ha voluto esprimere il proprio giudizio sull’ultimo finalista di Wimbledon.

Quel Kyrgios è un grande agonista, un giocatore che si esalta nelle partite importanti e che non ha paura di scontrarsi a viso aperto con i più forti. Per me sarà sempre un tennista estremamente entusiasmante, che può sconfiggere tutti in una giornata buona. Beh, tutti tranne Nadal sulla terra rossa e qualche altra rara eccezione. Non sarà, però, mai un dominatore in tutte le settimane che prende parte a tornei: questo è un suo segno che lo contraddistingue.

Per essere un dominatore del circuito è necessario essere concentrati tutto l’anno. Anche sulla terra, nonostante lui non ne voglia sapere a giocarsi perché non la considera una superficie adatta. Così facendo, si perde tre mesi di professionismo, compreso un torneo dello slam.

È un giocatore che ha bisogno di molto affetto, tutti devono comportarsi come lui vuole che si comportino. Tutti sappiamo quanto a lui costi fare così, stare lontano per così tanto tempo da casa sua in Australia alcune volte lo blocca. L’ha iniziato a mostrare a Cincinnati contro Taylor Fritz, quando è sparito dal campo e ha perso in meno di un’ora.

Allo US Open potrebbe avere un po’ più di vantaggio perché ha il tempo di recuperare tra una partita e l’altra rispetto agli altri tornei. Sappiamo che i match al meglio dei cinque set a New York sono molto dispendiosi fisicamente per colpa del caldo e dell’umidità. Devi essere pronto perché sulla lunga distanza ne puoi risentire.

Chiaramente lui ha la stoffa per riempire gli stadi e far appassionare le folle, ma non so se basta per farlo diventare un top3 del mondo. Mi rimane difficile immaginarlo anche quando dà il meglio di sé ed è uno spettacolo per gli occhi”.

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